Alberto Magnaghi
Dalla partecipazione all’autogoverno
della comunità locale: verso il federalismo municipale solidale
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W. Kandinsky, Murnau-View with Railroad
and Castle, 1909
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Pubblicato nel n° 3/2006 di “Democrazia
e Diritto” |
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Federazioni fra piccole unità
territoriali, come tra uomini uniti da lavori comuni nelle loro
rispettive corporazioni, e federazioni tra città e gruppi
di città costituiscono l’essenza stessa della vita e del
pensiero in quest’epoca. Il periodo compreso fra il X e il XVI secolo
della nostra era potrebbe dunque essere descritto come un immenso
sforzo per stabilire l’aiuto e l’appoggio reciproco in vaste proporzioni,
il principio di federazione e d’associazione essendo applicato in
tutte le manifestazioni della vita umana ed in tutti i gradi possibili
Piotr Alexeevic Kropotkin 1902 |
Democrazia partecipativa e autogoverno
Nel testo “Il diritto federale”
Carlo Cattaneo scriveva: “ Ogni popolo può avere molti interessi
da trattare in comune con altri popoli; ma vi sono interessi che può
trattare egli solo, perché egli solo li sente, perché egli
solo li intende. E v’è inoltre in ogni popolo anche la coscienza
del suo essere, anche la superbia del suo nome, anche la gelosia dell’avita
sua terra. Di là il diritto federale, ossia il diritto dei popoli;
il quale debbe avere il suo luogo, accanto al diritto della nazione,
accanto al diritto dell’umanità” (Cattaneo
1973).
Questo ragionamento sembra quasi anticipare il concetto di “coscienza
di luogo” (“coscienza del suo essere”, per Cattaneo) che ho posto alla
base di una concezione della democrazia partecipativa che veda la crescita
della società locale, dei suoi istituti di codecisione inclusiva
e di partecipazione, della sua capacità di esprimere autoriconoscimento
dei suoi valori, dei suoi giacimenti patrimoniali (“che egli
solo li intende”), della sua identità, come condizione
per la crescita di forme di autonomia e di autogoverno (Magnaghi 2000,
Becattini 1999).
Ma, “egli solo” chi? Anche su questo punto
ho più volte chiarito, per dissipare equivoci, che, in un territorio
abitato da molte culture, da cittadinanze plurali, è l’autoriconoscimento
dei soggetti che si relazionano e si associano per la cura dei luoghi
l’atto costituente di elementi di comunità;
ovvero la comunità è una chance,
non un dato storico riservato agli autoctoni, ma un progetto delle genti
vive, degli abitanti di un luogo,
che deriva dall’ interazione solidale fra attori diversi in una società
complessa, che sono in grado di reinterpretare l’anima
del luogo per attivare nuove forme di produzione e consumo fondate
sulla convivialità, la solidarietà e l’autosostenibilità.
Il testo completo è disponibile in
formato pdf.
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